Portapirofila
Un nome: Pipiro ( Da P. Pirofila)
Ci sono aspetti di un prodotto cui, si direbbe, il progettista ha conferito importanza marginale o che sono stati interamente trascurati. Riguardano la vita degli oggetti nelle case.
Si rompe quello stupido pernetto sottodimensionato che fa da cerniera al coperchio di un CD, di una scatola, o di un piccolo elettrodomestico. E’ il punto debole che obbliga, di mala voglia, se non con rabbia, a cestinare il tutto.
Un oggetto accumula polvere in punti inarrivabili per la mano o per lo straccio. Al momento dell’acquisto non poteva essere evidente; l’attenzione del consumatore era stata catturata da altri caratteristiche positive del prodotto. Viene da pensare che sarebbe stato meglio non ignorare questo aspetto in fase di progetto.
A queste chiamiamole” trascuratezze” progettuali possiamo aggiungere la mancanza di attenzione alla riduzione d’ingombro di un oggetto d’uso quando…….. non in uso, quando è riposto nel cassetto o in uno scaffale. L’offerta di prodotti belli e allettanti è abbondantissima, ma lo spazio per accoglierli nelle nostre case è sempre più contenuto. Forse la sovrapponibilità dei bicchieri li dequalifica al rango di oggetto da campeggio? Non credo, eppure sono introvabili.
I porta-pirofila delle nostre case sono troppo ingombranti a causa dei manici sporgenti.
Ci siamo imposti di intervenire su questa tipologia di prodotto, già nota, migliorandone certo il disegno, ma soprattutto riducendo quanto possibile il volume d’ingombro quando non in uso. Ecco la scelta di progettare Pipiro dotandolo di manici pieghevoli per contenerne l’ingombro. Ciò ha oltretutto permesso di disegnare i manici con un arco di dimensioni particolarmente generose. Le mani sono più lontane dalla pirofila ustionante, è una ricaduta non secondaria.
Donato D’Urbino e Paolo Lomazzi
13 10 08